One Piece Odyssey Recensione: il gioco che i fan stavano aspettando

Fatta eccezione per i musou di Omega Force e per una manciata di titoli per Wii e PS2, gli innumerevoli tie-in di ONE PIECE pubblicati nel corso dei ultimi decenni hanno sempre faticato a dimostrarsi all’altezza della licenza piratesca di Eiichiro Oda (a proposito, siete a un click dalla recensione di ONE PIECE: Pirate Warriors 4). Dopo il deludente World Seeker di Ganbarion, che tra il 2001 e il 2019 aveva continuato a sfornare dei tie-in tutto sommato dimenticabili, Bandai Namco ha incaricato la realizzazione del nuovo spin-off a ILCA, ossia lo studio che in tempi recenti aveva contribuito alla realizzazione di Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta. Il risultato è ONE PIECE ODYSSEY, un gioco di ruolo a turni dalla spiccata componente strategica e caratterizzato da una geniale quanto originale gestione delle battaglie.

La leggendaria isola di Waford

Strizzando l’occhio a un paio di capitoli della serie Ys (per maggiori dettagli fiondatevi sulla recensione di Ys VIII: Lacrimosa of Dana), l’intreccio di ONE PIECE ODYSSEY si apre con uno spaventoso naufragio: incuriositi dalle vertiginose torri presenti su un’isola del Nuovo Mondo e da una colonna di luce che si alza fino al cielo, nelle prime battute della campagna i pirati di Cappello di Paglia finiscono nel cuore di una terrificante tempesta che costringe il buon Franky a tentare una manovra di emergenza e ad usare il Coup de Burst della Thousand Sunny per raggiungere l’isola più vicina, ignorando che questa sia protetta da una potente e insolita barriera che fa affondare tutte le imbarcazioni.

Mentre il brigantino riporta ingenti danni e si inabissa parzialmente, Monkey D. Luffy e i bucanieri al suo seguito si disperdono per tutta Waford, costringendo il capitano a mettersi sulle tracce dei compagni mancanti all’appello. Una volta ritrovati Nami, Zoro e gli altri amici, però, i nostri beniamini si imbattono nella giovane Lim, una fanciulla del posto che, avendo sviluppato un odio viscerale nei confronti dei pirati, ricorre al suo misterioso potere per privare Luffy e gli altri di tutte le loro capacità: toccandoli, infatti, questa sottrae i loro i ricordi legati a poteri speciali (come quelli derivati dai Frutti del Diavolo) e tecniche di combattimento, per poi rinchiuderli in cubi e sparpagliarli per tutta l’isola. Scampati a un minaccioso golem di pietra soltanto grazie all’intervento di Adio Surte, avventuriero che come loro è naufragato tempo addietro su Waford, Cappello di Paglia e i suoi cominciano pertanto a setacciare l’intera isola, allo scopo di trovare tutti i cubi contenenti i loro ricordi. Quello che ancora non sanno è che la leggendaria isola di Waford nasconde un importante segreto, motivo per cui i Cinque Astri di Saggezza – gli uomini a capo del Governo Mondiale – li stanno tenendo sotto stretta sorveglianza.

Supervisionata dallo stesso Eiichiro Oda, che ha personalmente disegnato i personaggi di Lim e Adio, la trama di ONE PIECE ODYSSEY è in buona parte inedita, in quanto racconta una storia non legata ai fatti del manga e dell’omonimo anime. Ciononostante, per poter recuperare i preziosi ricordi nascosti nei cubi più voluminosi, Luffy e gli altri dovranno rivivere alcune delle loro passate avventure, che tra un capitolo e l’altro della vicenda finiranno per condurre il giocatore in luoghi già noti come Alabasta e Water Seven.

Sempre grazie ai poteri di Lim, che a poco a poco realizzerà quanto i pirati di Cappello di Paglia siano diversi dai bucanieri precedentemente approdati su Waford, i nostri beniamini avranno invero la possibilità di visitare i cosiddetti “Mondi della Memoria“, ovvero realtà create a partire dai loro stessi ricordi. È un espediente narrativo assai curioso, che con la scusa delle reminiscenze altera alcuni aspetti dei fatti realmente avvenuti sulle più gettonate isola di ONE PIECE, nonché il livello di forza dei suoi storici antagonisti.

Se da una parte abbiamo apprezzato non poco l’idea di ILCA di non ripercorrere integralmente e soprattutto fedelmente le singole tappe del viaggio di Luffy, dall’altra dobbiamo riconoscere che alla lunga l’ennesimo riciclo delle storie di Oda tende a stancare.

1673459949 961 One Piece Odyssey Recensione il gioco che i fan stavano.webp1673459950 768 One Piece Odyssey Recensione il gioco che i fan stavano.webp

Benché i contenuti opzionali con cui sono state infarcite le varie “Memorie” consentano di cimentarsi in imprese del tutto nuove, svelando talvolta dei gustosi retroscena inediti che non faticheranno a solleticare la curiosità dei fan più accaniti della licenza, avremmo preferito un intreccio completamente originale e che non sapesse di già visto. Caratterizzata dal travolgente umorismo che da sempre contraddistingue il manga e l’anime di ONE PIECE, la nuova proposta di Bandai Namco riesce comunque a intrattenere il giocatore per le 40-50 ore necessarie per scoprire il segreto di Waford e giungere ai titoli di coda, soprattutto nel caso in cui questo decida di esplorare le interessanti storie secondarie, recuperare ogni singolo cubo e non per ultimo dare la caccia ai pericolosi ricercati nascosti nelle varie Memorie.

Tanta strategia e colpi speciali!

Come raccontato lo scorso mese nella prova di ONE PIECE ODYSSEY, il piatto forte del JRPG è senza dubbio rappresentato dal suo sistema di combattimento a turni, che si serve di una nuova meccanica chiamata “Scramble Battle Area” per scacciare la monotonia e movimentare gli scontri. Anziché disporre i lottatori titolari uno accanto all’altro come di solito avviene nei giochi di ruolo a turni, il tie-in posiziona i quattro membri del party e i loro avversari in maniera del tutto casuale in altrettante zone del terreno, obbligando gli abbinamenti a darsi battaglia: a scanso di equivoci precisiamo che il sistema permette a qualsiasi personaggio di spostarsi da un’area all’altra e correre in aiuto degli alleati in inferiorità numerica, ma non prima di aver eliminato tutti i nemici presenti nella propria zona di partenza.

Giacché l’utente non può in alcun modo prevedere il posizionamento dei suoi guerrieri e dei loro oppositori, ogni scontro è fondamentalmente unico e appassionante, e per di più incentiva l’elaborazione di strategie sempre diverse e volte a sfruttare al meglio gli abbinamenti. Tra l’altro, i ragazzi di ILCA hanno suddiviso la ciurma di Cappello di Paglia e tutti i nemici di ONE PIECE ODYSSEY in tre categorie ben distinte (Forza, Velocità e Tecnica), le cui resistenze e debolezze sono regolamentate dalla morra cinese: se gli esponenti della classe Tecnica risultano in netto vantaggio contro gli adepti della categoria Forza, questi ultimi hanno invece la meglio contro gli esperti in Velocità, che a loro volta prevalgono sui primi. Se a questo aggiungiamo che ogni componente del party può essere sostituito in qualsiasi momento e senza perdere il proprio turno di azione, non solo la trovata dello sviluppatore finisce per valorizzare i talenti e le caratteristiche dei singoli pirati, ma oltretutto stimola il giocatore a rinnovare continuamente la formazione in campo.

Al già riuscito cocktail ludico vanno poi sommate le debolezze agli status (che possono spingere a usare un lottatore dello stesso tipo anziché un altro), la possibilità di scagliare lontano gli avversari e danneggiare chiunque sia nei paraggi, e non per ultimi i tratti dei vari bucanieri, come la capacità di Usopp di stordire i bersagli umani – e dunque in grado di comprendere il pericolo, per quanto inesistente – col suo finto martello da cinque tonnellate o il totale rifiuto da parte di Sanji di colpire le donne. A primo acchito le “stramberie” di ONE PIECE ODYSSEY possono effettivamente confondere e apparire vagamente limitanti, ma è sufficiente una manciata di ore per padroneggiare il suo combat system e apprezzarne appieno lo sconfinato potenziale.

1673459951 914 One Piece Odyssey Recensione il gioco che i fan stavano.webp1673459951 383 One Piece Odyssey Recensione il gioco che i fan stavano.webp

Non meno sfizioso ci è parso il Dramatic Scenes system, ossia quella meccanica che nel corso delle dispute incarica l’utente di sconfiggere in un modo specifico o magari entro un certo numero di turni un contendente particolarmente pericoloso, evitando che uno o più membri della squadra possano essere abbattuti. Soddisfacendo le suddette condizioni, che variano a seconda delle circostanze, Zoro e gli altri ottengono uno sbalorditivo quantitativo di punti esperienza, il che velocizza non poco la progressione della banda. Sebbene ONE PIECE ODYSSEY sia perfettamente bilanciato e non costringa in nessuna circostanza a ricorrere al grinding (motivo per cui lo studio giapponese ha preferito evitare il consueto selettore di difficoltà), le Dramatic Scenes system e i bonus che queste conferiscono rappresentano pertanto lo strumento ideale per potenziare in fretta la ciurma.

Come ci si aspetterebbe da un tie-in di ONE PIECE, i suoi protagonisti sono in grado di destreggiarsi in attacchi standard e speciali, che come prevedibile consumano TP.

1673459952 34 One Piece Odyssey Recensione il gioco che i fan stavano.webp

Completando però dei ricordi frammentati – vere e proprie missioni secondarie che prendono il nome di “Isteria” e alle quali possono partecipare soltanto determinati personaggi – questi acquisiscono le rovinose Arti Legame, ovvero mosse di gruppo che vedono fino a tre pirati unire le forze per annientare l’obiettivo designato con spettacolari assalti speciali che consumano l’apposita barra. Una risorsa, quella appena descritta, che torna particolarmente utile al momento di dover affrontare i boss o comunque le creature più coriacee, come i giganteschi “coccobanana” che si aggirano per tutta Alabasta.

Una ciurma di esploratori e festaioli

Se il sistema di combattimento di ONE PIECE ODYSSEY ci ha convinti senza riserve, la componente esplorativa ci ha soddisfatti soltanto in parte. Rispetto al già menzionato World Seeker, che consentiva di controllare il solo Luffy (avete già dato una sbirciatina alla nostra recensione dell’Episode Pass di ONE PIECE: World Seeker?), la creatura di ILCA permette di impersonare tutti e nove i pirati di Cappello di Paglia, che sul terreno di gioco dispongono di azioni assai diverse.

Mentre il capitano può allungarsi o usare l’Ambizione della Percezione per individuare oggetti nascosti o i cosiddetti mostri ESP (che una volta sconfitti donano tanti punti esperienza), il cecchino Usopp può usare la fionda per colpire i nidi degli uccelli e far cadere gli oggetti al loro interno, mentre la ladra Nami e il cuoco Sanji sono rispettivamente in grado di fiutare ingenti somme di denaro e ingredienti per la cucina. Proseguendo, se Franky ha la facoltà di installare dei ponti per creare scorciatoie e consentire l’accesso ad aree altrimenti inaccessibili (che nella maggior parte dei casi richiederanno un po’ di backtracking), Zoro può usare le sue spade per tagliare le inferriate o comunque fare a pezzi gli eventuali ostacoli incontrati lungo il percorso, mentre le dimensioni ridotte consentono a Chopper di infilarsi nei cunicoli e raggiungere tesori nascosti. Inizialmente avevamo apprezzato non poco la grande varietà proposta dalle fasi esplorative di ONE PIECE ODYSSEY, eppure a lungo andare ci siamo resi conto che la necessità di alternare continuamente Luffy – che grazie all’Ambizione e alla capacità di allungarsi è semplicemente irrinunciabile – tende a frenare eccessivamente il ritmo di gioco, già inficiato e interrotto di continuo da dialoghi e cutscene di dubbia utilità.

Se non altro, l’idea di nascondere un certo numero di cubi in tutte le mappe del mondo (incluse le Memorie) ci ha spronati a scandagliare ogni singola area di gioco, anche perché questi possono essere usati per potenziare le tecniche speciali dell’equipaggio. Accedendo all’apposito menu, il giocatore ha infatti la facoltà di incastonare i blocchi recuperati negli appositi slot e accrescere il livello delle mosse di Luffy e soci.

1673459952 271 One Piece Odyssey Recensione il gioco che i fan stavano.webp

Altrettanto intrigante ci è parsa infine l’idea di trasformare i falò in un luogo in cui far festa: in determinati punti della mappa, i nostri eroi possono allestire dei piccoli accampamenti e gozzovigliare, come accade nel manga al termine di un arco narrativo. Oltre a essere uno spasso, la “festa” consente di cucinare gli ingredienti raccolti lungo il viaggio, cambiare i costumi, ma soprattutto ricarica i punti vita di tutta la ciurma e incrementa i punti esperienza ricevuti attraverso le battaglie, similmente a quanto visto nei titoli della serie Tales of (a proposito, la recensione di Tales of Arise è a portata di click).

“Super!” ma non troppo

Dal punto di vista puramente estetico, il lavoro di ILCA è alquanto appagante, sia per quel che concerne i modelli poligonali – ben più particolareggiati di quelli ammirati nei passati tie-in di ONE PIECE – che i paesaggi, a nostro avviso fantasiosi e molto vicini alla controparte cartacea.

1673459953 932 One Piece Odyssey Recensione il gioco che i fan stavano.webp1673459954 878 One Piece Odyssey Recensione il gioco che i fan stavano.webp

Vivace tanto quanto il manga dal quale è tratto, ONE PIECE ODYSSEY è del resto una festa di colori vividi, bestie ridicole e stramberie di ogni tipo. Quantomeno su PlayStation 5 il titolo dispone di due diverse modalità grafiche, che privilegiano rispettivamente la qualità e le performance: con una risoluzione di 2160p, la prima offre texture e ombreggiature più curate e un frame rate stabile a 30 FPS, ma disgraziatamente accusa uno stuttering un tantino più marcato, mentre la seconda – purtroppo ancorata ai classici 1080p – viaggia a 60 FPS in ogni circostanza. Il nuovo arrivato nella scuderia di Bandai Namco supporta pure il DualSense, ma se da parte nostra abbiamo apprezzato il maggior coinvolgimento offerto dal feedback aptico, che si attiva in precisi momenti della lotta, l’implementazione dei trigger adattivi e la resistenza opposta al momento di ricorrere all’Ambizione della Percezione di Luffy ci ha soltanto infastiditi.

Caratterizzato da motivi allegri e movimentati, l’accompagnamento musicale di ONE PIECE ODYSSEY espleta a dovere il proprio compito, proponendo dei brani sempre attenti a sottolineare i toni della narrazione. Forte delle storiche voci nipponiche tanto amate dai fan del franchise, il doppiaggio in lingua originale è ancora una volta ottimo, specie per quel che concerne le performance recitative. Discreta e scorrevole, infine, la traduzione in italiano, che di tanto in tanto mostra piccole imprecisioni evidentemente ereditate dalla controparte anglofona.

We would love to say thanks to the writer of this write-up for this amazing content

One Piece Odyssey Recensione: il gioco che i fan stavano aspettando

You can find our social media pages here and other related pages herehttps://prress.com/related-pages/